Non potevano esserci dubbi. A tenere banco su Twitter nella settimana appena trascorsa è stato Angelino #Alfano, seguito, inevitabilmente, da quanto accaduto in piazza #SanCarlo a Torino dopo la partita Juventus-Real Madrid, e dall’attentato a Londra. Di tendenza anche il ritiro degli Stati Uniti d’America dagli accordi di Parigi sul clima, parallelamente all’ipotesi (meno concreta di quanto si pensi) della scarcerazione del “capo dei capi” Totò Riina.
Alfano “sotto carica”
L’accordo fra il segretario del Pd Matteo Renzi con Silvio Berlusconi, ma anche con la Lega Nord e con il MoVimento 5 Stelle, per varare una legge elettorale che prevede uno sbarramento al 5 per cento, non poteva non mandare su tutte le furie il ministro degli Esteri e leader di Alternativa popolare, consapevole che per il suo partito sarà difficilissimo raggiungere quella soglia. Il rischio, dunque, è la scomparsa di #Alfano e dei suoi fedelissimi dalla scena politica. Qualcuno ne approfitta per rammentare la storia del fratello di Alfano assunto alle Poste su spintarella, secondo molti, dello stesso ministro. @opificioprugna, infatti, la vede così: “Alfano scaricato da tutti. Conta ormai così poco che ha chiesto al fratello di raccomandarlo alle Poste”. C’è chi, invece, come @gentilivero, considera Alfano non proprio un genio, e collega il tutto con il furto dell’urna contenente il cervello di San Giovanni Bosco: “Rubata l’urna con il cervello di don Bosco. Alfano convocato in procura”. Ma il trionfo giunge con @spinozait: “Alfano non arriva al 5 per cento neanche se lo lasci tutta la notte in carica”. Inimitabile.
London Bridge
Il nuovo attentato di #Londra, con il furgone guidato dai combattenti islamici lanciato contro la gente su London Bridge, gli accoltellamenti a Borough Market e le immagini della gente fatta allontanare con le mani sulla testa, ha ispirato molti internauti. @nicvaccani, ad esempio, scrive: “Immagini di guerra a Londra. Sono nazisti e come nel secolo scorso vanno sconfitti con la forza delle armi”. Ma è @ArsenaleKappa che, rammentando una magnifica canzone di Fabrizio De Andrè, twitta quasi poetico: “Un pulmino ha investito alcuni pedoni sul London Bridge, nel centro di Londra. Lo impiccheranno con una corda d’oro. È un privilegio raro”. Ci scherza su, al contrario, @CapsicumSatira: “I terroristi di Londra avevano cinture esplosive false. Si segue la pista cinese”.
Psicosi a Torino
Pazzesco, poi, quello che è accaduto in piazza #SanCarlo a #Torino la notte della finale di #ChampionsLeague fra Real Madrid e Juventus. Non si sa ancora bene chi abbia scatenato il panico (il tifoso che, a detta dei giornali, si sarebbe finto kamikaze spaventando la folla assiepata davanti al maxischermo che trasmetteva la partita, è stato subito rilasciato senza accuse). La gente, che non ha trovato le indispensabili vie di fuga, è corsa via in preda alla paura. In molti sono rimasti schiacciati e moltissimi si sono feriti cadendo a terra sui vetri rotti. In piazza, infatti, sono entrati tifosi provvisti di bottiglie di birre. Alla fine si sono contati 1.527 feriti, tre dei quali in codice rosso (tra cui un bambino, in lento miglioramento). Non ha torto, dunque,@ezekiel, quando twitta: “Trentamila persone in una piazza chiusa, senza regolazione flusso, con vendita bottiglie di vetro, petardi. È una follia”. Di fronte alle accuse al sindaco di Torino Chiara Appendino, indicata da più parti come la principale responsabile della cattiva organizzazione, @PierluigiBattis, del Corriere della Sera, è sceso in campo in sua difesa: “Scusate il modo sfumato per dirvelo. Ma prendersela con la Appendino è da cialtroni”. La replica, indiretta, è giunta dal giornalista tedesco, molto conosciuto in Italia, @udogumpel: “Chi è il massimo responsabile per la sicurezza di 30mila fans? Babbo Natale o la sindaca di Torino?”. E di fronte al sindaco che si è detta “scossa” per l’accaduto, lo stesso Gumpel ha replicato: “Scossi siamo noi, cara sindaca, perché ha confinato 30mila persone in modo assurdo senza corridoi di sicurezza. Penosa”.
“Aria nuova” a Parigi
Hashtag di successo è stato anche #Parigi, per via della decisione di Donald Trump di far ritirare l’America dagli accordi sul clima siglati nella Capitale francese. Accordi che, è bene sottolinearlo, non erano vincolanti per nessuno, tantomeno per lo Stato più inquinante del pianeta, la Cina, e non prevedevano nessuna “punizione” (fra l’altro, non esiste nessuna prova scientifica della responsabilità dell’uomo sui cambiamenti climatici, che in epoche diverse, infatti, si sono ugualmente verificati, anche quando di inquinamento umano non c’era nemmeno l’ombra). @vittoriozucconi, inviato negli States per Repubblica, la mette giù così: “Oggi, con il tradimento dell’accordo di Parigi, l’America di Trump ha abdicato dal ruolo di democrazia guida dell’Occidente”. Addirittura! @LiaCeli è ancora più melodrammatica: “Trump parla degli accordi di Parigi con gli stessi toni che Hitler usava per il trattato di Versailles”. Della serie, come rasentare la follia. Meglio, molto meglio, lo humor di @LaPausaCaffe: “Trump ritira gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi. Finalmente potrà mettersi tutta la lacca che vuole in santa pace”.
Il capo dei capi
Molti tweet, poi, sono stati dedicati alla sentenza con la quale la Cassazione ha chiesto al Tribunale di Sorveglianza di Bologna di spiegare meglio il perché #Riina, gravemente ammalato, debba restare ancora confinato al 41bis, il carcere duro. La sola pericolosità del boss, infatti, non basterebbe, secondo la Suprema Corte, a giustificare quel tipo di detenzione di fronte a una persona, criminale quanto si vuole, praticamente in fin di vita. La maggior parte dei commenti sono contro la Cassazione. @Sarchiapone, ad esempio, scrive: “Riina esce dal carcere solo perché malato. E niente, Falcone e Borsellino uccisi per la seconda volta”. L’ex pm@AntonioIngroia s’inventa il “grande complotto”: “Come mai si vuole liberare Riina? Forse per paura che possano venir fuori verità indicibili su stragi e trattativa?”. Peccato che della “trattativa” non ci sia nemmeno uno straccio di prova. Per il @TristeMietitore, però, “prima di criticare la Cassazione su Riina” occorrerebbe pensare che “riconoscergli il diritto ad una morte dignitosa è una differenza tra noi e lui”. Perfetto. @parcesepulto si pone un divertente interrogativo: “Travaglio ha già detto che Riina deve rimanere in carcere anche dopo la morte?”. La conclusione di @spinozait è azzeccatissima: “La Cassazione: “Totò Riina ha diritto a una morte dignitosa”. Quindi niente intervista con Barbara D’Urso”.
Sassi sulla Santanchè
In cima alla classifica degli hashtag più commentati c’è stato anche #Santanché. La deputata di Forza Italia, infatti, nel corso del collegamento video dalla stazione Termini di Roma con la trasmissione “Dalla vostra parte”, è stata presa a sassate, per fortuna senza essere colpita, forse da un immigrato. Potevano mai, gli attenti internauti, non far emergere la loro cattiveria? Impossibile. @CapsicumSatira, non a caso, twitta: “Il chirurgo della Santanché: “Scalfite solo alcune parti in poliuretano espanso”…”, mentre @ArsenaleKappa infierisce: “Immigrati tirano pietre alla Santanché. Poveracci, le provano proprio tutte per rendersi simpatici”. Crudele, infine, @Kotiomkin: “Fermato l’immigrato che ha assalito la Santanché a sassate, mancandola. Sarà rinchiuso in un poligono di tiro”.
Dal “covfefe” alla Juventus
Il finale non può che partire con l’inesistente parola twittata, per sbaglio, da Donald Trump. In un suo cinguettio, infatti, il presidente Usa scrive: “Despite the constant negative press #covfefe”. Che avrà mai voluto dire, si è chiesto mezzo mondo, con quel “covfefe”? È evidente che nella frase “nonostante la costante stampa negativa”, l’ultima parola, “covfefe”, appunto, è semplicemente un errore dovuto al correttore automatico. Molto probabilmente Trump intendeva scrivere “coverage”, cioè “copertura”. La questione, in ogni caso, è stata liquidata così da @sheevransoul: “Resuscitate Alan Turing e fategli decifrare covfefe”. C’è spazio anche per la #FestadellaRepubblica, che @ArsenaleKappa commenta così: “Magnifica la parata per la Festa della Repubblica. Un funerale così fastoso non si ricordava dalla morte di Stalin”. Infine, chiusura dedicata alla sconfitta della #Juventusnella finale di #ChampionsLeague. I bianconeri, ancora una volta, sono arrivati secondi, proprio come qualcun altro, molte volte, nella più famosa competizione canora italiana. @Kotiomkin, infatti, twitta: “Diciamo che la Juventus sta alla Champions League come Toto Cutugno sta al Festival di San Remo”.