“Quando la musica entra negli ospedali è tutta un’altra storia. Con l’iniziativa Special Stage aiutiamo i pazienti ad affrontare le difficoltà facendoli svagare davanti a un palco e tanti giovani artisti. Ci crediamo davvero in questo progetto, è sempre una grande gioia vedere i pazienti che si divertono ascoltando e valutando la buona musica. Si, perché i pazienti che si trovano negli ospedali hanno la possibilità di fare anche da giudici di gara, assieme ai loro accompagnatori”. Con voce emozionata Mario Abate, il project leader di Officine Buone Onlus, racconta l’iniziativa a Ofcs Report. L’associazione organizza talent show all’interno degli ospedali lombardi, piemontesi, laziali e campani. Un contest interamente dedicato allo svago e al buon umore dei pazienti che si trovano nelle strutture ospedaliere.
“Guardare negli occhi delle persone che sono lì e vivono in una situazione decisamente diversa dalla nostra e vederli gioire della nostra musica, cosa può esserci di più bello? – prosegue Mario – Io ho conosciuto il progetto da musicista, avevo voglia di suonare negli ospedali e ho scoperto che esisteva questa iniziativa. Ho preso la mia chitarra e sono andato sul palco. Mi sono ritrovato davanti persone con la flebo attaccata che si erano scomodate per spostarsi perché qualcuno suonava. Un’esperienza fortissima davvero”.
Special stage è un progetto nato due anni fa che sfrutta la modalità del talent per portare la musica negli ospedali. L’iniziativa, aperta a tutti i musicisti che abbiano un’età compresa tra i 16 e i 35 anni, prevede due giurie: nella prima vengono coinvolti i pazienti, mentre alla seconda più tecnica partecipano degli ospiti internazionali.
“Un talent svolto nell’ospedale prende davvero una piega totalmente diversa dalle solite gare che vediamo in tv – racconta l’organizzatore Mario Abate – Ovviamente al progetto partecipano diversi ospiti. Della giuria tecnica fanno parte Caterina Caselli e Ornella Vanoni, madrine del progetto, Niccolò Fabi, Mara Maionchi, Alberto Salerno e tanti altri”.
L’iniziativa prevede un anno di esibizioni, al termine del quale, in base al punteggio dei concorrenti, vengono fatte delle classifiche dando peso sia ai voti dei pazienti che della giuria tecnica. Successivamente vengono selezionati dieci artisti che parteciperanno poi alla finale.
“L’idea è di far passare una giornata diversa a chi deve purtroppo trascorrere il suo tempo in ospedale. Quando sei lì dentro le ore non passano mai, i tempi sono lentissimi, spesso le terapie durano anche anni – continua Mario – trasformare un pomeriggio a queste persone per regalargli un sorriso e l’ascolto di buona musica davvero ti riempie il cuore di gioia. E’ fantastico, quando noi consegniamo il foglio del voto ai pazienti c’è una sezione dedicata dove si possono scrivere dei commenti. Il feedback che riceviamo è commovente, scrivono davvero cose emozionanti”.
Oltre a “Special Stage”, la Onlus Officine Buone porta avanti da poco anche l’iniziativa Special Cook. Stessa modalità, ma stavolta invece dei musicisti ci sono gli chef a mettersi in gioco per esser valutati dai pazienti che si trovano in ospedale. Un masterchef a tutti gli effetti dove si preparano piatti studiati ad hoc assieme a medici e dietisti, affinché i pazienti presenti possano assaggiare i piatti e dare un voto.
“Una volta siamo stati ospiti in una casa di cura hospice vitas, strutture che accolgono i malati terminali – racconta Mario facendo trasparire una forte commozione – Io quel giorno ero il presentatore. C’è stato un signore che è rimasto davvero molto colpito, è riuscito a uscire dalla camera ed è venuto, ha interagito tantissimo, era felicissimo. Purtroppo poco dopo ci ha lasciati, ma la figlia ha telefonato per ringraziarci e per dirci che le sue ultime parole sono state: ‘Ringrazia quei ragazzi perché è stato l’ultimo giorno più bello della mia vita’”.
Il talent si svolge in due ospedali a Roma, cinque a Milano, uno a Torino e uno a Catanzaro. Il progetto è sostenuto dalla Siae e dall’Istituto nazionale tumori di Milano. Grazie a questi sponsor sono stati costruiti dei veri e propri palchi all’interno degli ospedali, che per i vari eventi vengono abbassati ed utilizzati per far esibire gli artisti, mentre durante tutto l’anno vengono tirati su e fanno da bacheca sia per eventi che per i commenti dei pazienti. L’ambizione è quella di crescere sempre di più e portare questa iniziativa in tutta Italia.
“E’ sempre una grande emozione – conclude Mario – io ho conosciuto il progetto e ho partecipato come musicista, sono arrivato in finale e poi ho deciso di rimanere con loro per occuparmi dell’organizzazione, è una continua esperienza toccante a cui non voglio rinunciare. Non mi tremano più le gambe come la prima volta, ma davvero vedere i sorrisi dei pazienti e la partecipazione calorosa mi riempie il cuore di gioia. E’ un progetto che sta prendendo piede e speriamo continui ad esser sempre più sostenuto”.