Il G7 di Taormina e l’incontro di Donald Trump con Papa Francesco sono stati i temi dominanti su Twitter negli ultimi sette giorni. In pole position, però, anche l’ennesima grana per l’ex leader della destra italiana Gianfranco Fini, la decisione del Tar di annullare la nomina dei direttori stranieri di alcuni musei italiani e alcune notizie più leggere, fra le quali il caso Insinna-Striscia la notizia.
Intorno al G7
L’arrivo di #Trump al G7 di Taormina, comunque, non poteva non dominare la scena. Di fronte alla riunione dei potenti sull’isola, @cicciogia twitta fintamente pensoso: “Sicilia, è arrivato pure Trump. Ora i grandi del pianeta ci sono tutti. Solo non si vede Matteo Messina Denaro”. @BuzzDeKemp vede nero: “Oggi al G7 di Taormina cinque dei maggiori spacciatori di armi del mondo parleranno di pace e lotta al terrore. È la civiltà dell’assurdo”. @CapsicumSatira coglie l’occasione per rammentare, con cattiveria, la differenza d’età fra il presidente francese Macron e la sua compagna: “Per la cena di stasera, Macron ha preteso un vino rosso molto invecchiato”. Sublime, infine, @spinozait: “Al G7 si parla del clima. Come sempre quando incontri il vicino che ti sta sui coglioni”. C’è spazio anche per la manifestazione #NoG7 che ha fatto registrare qualche scontro non grave a Giardini Naxos fra chi protesta contro i grandi della Terra e la polizia. Liquida la faccenda @lauracesaretti1: “Basta vedere in tv le facce da scemi dei NoG7 per capire perché nella vita son buoni solo a spaccar vetrine ed esprimersi a versi gutturali”.
Il Papa e Trump
Di tendenza, dicevamo, anche l’incontro #TrumpPapa. Sia perché il Santo Padre, nella foto con il presidente, è apparso poco sorridente (ma le immagini, si sa, vengono selezionate spesso per confezionare la notizia più conforme alle proprie idee), sia perché #MelaniaTrump, moglie di Donaldone, si è presentata davanti a Papa Francesco con un vestito nero molto castigato (come cerimoniale impone). Incontestabile l’osservazione di @Rog_2: “All’improvviso legioni di atei e di agnostici di sinistra sbavano e scodinzolano perché il Papa non ha sorriso a Trump”. E, visto che, prima di approdare in Italia, presidente e first lady sono stati in Arabia Saudita e in Israele, il quasi fake dell’ex premier, @RenzoMattei, ne approfitta per infilzare la consorte: “Con tutte queste religioni, Melania Trump ha fatto confusione ed è andata dal Papa con burqa”. @ArsenaleKappa si concentra sul dono di Trump al Papa (“Trump ha regalato al Papa dei libri di Martin Luther King. Sta svuotando la libreria di Obama”), mentre @illustrartura insinua pensando alla scarsa sensibilità del presidente verso i (molto presunti) cambiamenti climatici: “Il Papa dona a Trump l’enciclica sulla difesa ambientale. Lo stile con il quale riesce a mandarti a fare in culo un gesuita, non ha prezzo”. @Labbufala, invece,immagina così l’incontro fra il Santo Padre e il presidente: “Trump ha cercato di vendere armi anche al Papa: “Le fate ancora le crociate?…”. Fervida immaginazione sul faccia a faccia anche da parte di @ArsenaleKappa: “Trump al Papa: “Siamo sicuri che tu non sia messicano?”..”.
La fine di Fini
I nuovi guai giudiziari di Gianfranco #Fini hanno scatenato l’ironia su Twitter. L’ex leader di Alleanza nazionale, infatti, nell’ambito dell’inchiesta sul riciclaggio che coinvolge il “Re delle slot machine” Francesco Corallo e il “clan” Tulliani (la compagna di Fini, Elisabetta, e il cognato Giancarlo), si è visto sequestrare dalla Guardia di Finanza delle polizze vita intestate alle figlie per un totale di un milione di euro. @pirata_21, però, butta giù un tweet per rammentare che di polizze si è parlato mesi fa anche in tutt’altro contesto: “La Finanza sequestra due polizze vita a Fini. Stava per intestarle alla Raggi”. @ArsenaleKappa infierisce su Gianfranco: “Riciclaggio, sequestrato a Fini un milione di euro. Il Gip: “Non poteva non sapere”. Beh, se era sveglio mica sposava la Tulliani”.
Repubblica del Tar
Fra gli hashtag in cima alla classifica non poteva mancare, stavolta, anche #Franceschini, naturalmente per via della decisione del Tar del Lazio di annullare la nomina di cinque dei venti direttori di importanti musei italiani scelti nel 2015 dal ministero dei Beni culturali. @OGiannino è incazzato nero: “Dite al Tar che siamo in Ue, non ai tempi di Ciano e dell’Impero”. @FerdiGiugliano segue a ruota: “Tanta retorica sugli italiani che si fanno onore all’estero. Guai, però, se uno straniero bravo prova a venire da noi”. @ElisaGhi, di seguito, prende in giro la nostra giustizia amministrativa: “Il Tar del Lazio si esprima anche sulla carbonara: guanciale o pancetta?”, mentre @bravimabasta propone la soluzione definitiva: “A ’sto punto l’unica è che il Tar del Lazio presenti un ricorso al Tar del Lazio e scompaia in un buco nero spazio-temporale”.
La “Striscia” di Insinna
Il fuorionda di Flavio #Insinna, ex conduttore di “Affari tuoi” su Rai1, trasmesso da Striscia la notizia, ha tenuto incollati gli internauti su Twitter per ore. Striscia ha mostrato un Insinna (che ora, forse, si butta in politica) sconosciuto al grande pubblico. Nel filmato “rubato” dalla concorrenza, infatti, lo si sente insultare pesantemente i concorrenti urlando “nana di merda” e tentare di cambiare le regole del gioco per poter avere sfidanti di un certo tipo. L’osservazione di @Kotiomkin descrive alla perfezione ciò che, probabilmente, pensano adesso molti ex estimatori di Insinna: “I cattivi più cattivi della storia? Hitler, Gengis Khan e Flavio Insinna”.
Dramma omeopatia
Molta rabbia, poi, ha provocato la morte di un bambino incredibilmente curato con l’#omeopatia (sono indagati medico e genitori). @pirata_21 la mette giù così: “I tempi sono maturi per una legge che permetta ai bambini di firmare per far internare i propri genitori”, mentre @Umberto_Ba si fa serio: “Piccola vittima innocente dell’ignoranza e di un mondo che inizia a scherzare troppo col fuoco”. Infine @GagliardiTweet evidenzia la sua verità assoluta: “Un medico omeopata altro non è che una Wanna Marchi che ce l’ha fatta. Un criminale da sbattere in galera”.
Doppio addio
Il finale spetta a Massimo #DAlema, che ancora una volta, intervistato dal Corriere, spara ad alzo zero contro Matteo Renzi; a Laura #Biagiotti, morta in seguito a un arresto cardiaco; all’addio alla Roma (al calcio chissà) di Francesco #Totti. Di D’Alema si occupa prima @Soppressatira (D’Alema: “Meglio avere il 3 per cento che stare con Renzi”. Poi ha aggiunto che l’uva è acerba) e poi @lauracesaretti1 (“Un paese nel quale un giornale, con rispetto parlando, come il Corriere ancora intervista D’Alema, è un paese terminale”). La morte della Biagiotti viene ricordata così da @criclastre: “Ascoltando la notizia alla radio, mi appare il suo sorriso, la sua cultura, la sua arte, la sua moda in Italia e nel mondo”, ma è impossibile sorvolare sul tweet maledettamente irriverente, e cattivissimo, di @spinozait: “È morta Laura Biagiotti. Eviterei il suo nuovo profumo”. Infine, per il #TottiDay basta il cinguettio di @GnocchiGene: “Date epocali. L’ anno prossimo non sarà il 2018 d.c. ma l’anno 1 d.p.: dopo Pupone”.