Ogni anno gli oculisti italiani salvano la vita a oltre un milione di persone. Lo fanno curando la vista, un bene fondamentale da preservare e custodire. Con questo intento è partita la campagna di informazione “La vista ti salva la vita“, ideata e organizzata dalla “Fondazione Insieme per la Vista Onlus”, con il patrocinio tecnico-scientifico della Società Oftalmologica Italiana, allo scopo di informare e aggiornare i cittadini sulla necessità di tutelare e curare i nostri occhi. Una diffusione capillare sui media e social network. La campagna, infatti, prevede numerose iniziative che comprendono uno spot televisivo, un sito internet, una divulgazione tramite social network (#lavistatisalvalavita#) e largo spazio sulla stampa quotidiana e periodica insieme ad altre iniziative in fiere e saloni nazionali. Lo spot televisivo ha come testimonial d’eccezione il cantante Albano Carrisi. In più esiste un sito internet appositamente dedicato e tutte le altre iniziative previste. Eventi che hanno lo scopo di creare una cultura specifica per il grande pubblico. L’obiettivo è uno: sottolineare quanto sia importante salvaguardare la propria vista con l’attività di prevenzione e di cura effettuata dai 7000 medici oculisti italiani. La scienza ha compiuto grandi progressi tecnologici e terapeutici nel campo dell’oculistica negli ultimi 40 anni, considerando che l’incidenza e la buona riuscita degli interventi agli occhi era molto ridotta, con percentuali di riuscita basse che in molti casi creavano complicanze post-intervento.
Una insufficiente copertura sanitaria
Nonostante i grandi risultati acquisiti nel tempo l’oculistica assorbe attualmente solo l’1 per cento della spesa sanitaria pubblica italiana. E questo si traduce in impossibilità di fornire ai cittadini nuove tecnologie e cure innovative, che costituiscono una realtà in altri Paesi come Francia, Germania, Giappone e Stati Uniti. Un accesso adeguato alle cure deve essere una garanzia per ogni cittadino italiano. “Abbiamo a disposizione strumenti straordinari, gli oculisti salvano la vista a un milione e 200 persone l’anno ma non avendo le risorse a disposizione per questo tipo di interventi e con la diminuzione del rimborso è evidente che le tecnologie che siamo obbligati ad applicare oggi non sono paragonabili a quelle che ci sono negli altri Paesi. Abbiamo degli strumenti fantastici per sostenere i pazienti, ma dobbiamo tenerli in garage” dichiara a Ofcs.report il professor Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana che promuove l’iniziativa.
La cura della cataratta
Si tratta dell’intervento chirurgico maggiormente eseguito sull’uomo. Sono 557.000 gli interventi di chirurgia della cataratta, ottenendo una percentuale di risultati eccellenti nel 97 per cento degli operati. Quarant’anni fa la percentuale di gravi complicazioni legate a questa chirurgia era dell’80 per cento. Anche in questo caso gli ottimi risultati fanno da contraltare a una cattivo funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale che eroga alla struttura un importo di 735 euro con il quale non è possibile applicare le nuove tecnologie nell’organizzazione dedicata alla valutazione e studio dei parametri dell’occhio, per individuare la strategia chirurgica migliore che oggi deve essere personalizzata.
Maculopatie
Un’altra emergenza segnalata dal Soi riguarda la diagnosi e la cura delle maculopatie, le malattie che colpiscono la parte più nobile e delicata della retina e che mettono una persona su tre nella condizione di non poter più leggere, ad esempio, un estratto conto bancario dopo i 75 anni. “La maculopatia si configura come un vero e proprio problema sociale per via dell’alto numero di pazienti che ne risultano affetti” segnala il presidente Soi. Il numero delle persone che risente di questa patologia è esploso recentemente per effetto dell’invecchiamento della popolazione e dei numeri incredibili riguardanti i pazienti diabetici. Oggi 100.000 individui hanno un accesso inadeguato alle cure. Dati delle Regioni meglio organizzate evidenziano che a differenza di una corretta terapia basata il primo anno sulla somministrazione di sette dosi del farmaco per iniezione intravitreale, ne vengono erogate solo tre. I dati riferiti al numero di terapie attuate in Italia evidenziano un sottodimensionamento del 50 per cento rispetto a Paesi come Francia e Germania. La somministrazione di queste terapie è ristretta a soli pochi ospedali e pochi medici oculisti (non più di 200, rispetto ai 7000 medici oculisti italiani in grado di curare perfettamente tutti i pazienti) contrariamente a quanto indicato e attuato in tutto il mondo. La cataratta e la maculopatia senile sono condizioni che si manifestano solo con l’avanzare dell’età e colpiscono tutti. E il numero delle persone con gravi problemi di vista, al contrario di quello che si crede, è destinato ad aumentare in modo drammatico: negli Stati Uniti, è stato calcolato che nei prossimi otto anni, gli ipovedenti e i ciechi aumenteranno dell’80 per cento. In questi casi la prevenzione è fondamentale. Le migliori cure traggono grande vantaggio da un’efficace precauzione e diagnosi ma non basta. “Per la maculopatia basterebbe liberalizzare l’utilizzo delle terapie che oggi è molto ristretto per delle regole dell’Aifa, che in 10 anni non siamo riusciti a far superare. Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha una normativa per cui queste terapie si possono effettuare solo in alcuni ospedali, quindi i centri sono insufficienti e non sono in grado di far fronte alla richiesta dei pazienti. Oltre questo c’è da segnalare la mancanza di risorse economiche. Il primo passo è prima cosa è rendere la terapia libera e utilizzabile dappertutto così come avviene in tutto il mondo. Perché siamo l’unico paese ad avere un empasse di questo tipo che penalizza drammaticamente i pazienti che non riescono a curarsi”.