Gli iraniani hanno scelto di nuovo lui. Confermando la tradizione che vede i mandati presidenziali procedere a gruppi di due. Hassan Rouhani è, di nuovo, il presidente della Repubblica Islamica dell’Iran. Lo spoglio, ancora non del tutto completato, ha dato ragione al candidato riformista. Con un’affluenza del 70% degli elettori giunti alle urne, un dato di 6 punti percentuali più basso rispetto alla pima elezione di Rouhani, il programma di apertura all’Occidente inaugurato dal presidente ha battuto l’ala radicale.
I dati sul voto
Guardando i dati diffusi dal Ministero, il risultato appare chiaro: Rouhani si è attestato al 56,3%, guadagnando una forbice di 4 milioni di voti su Raisi, fermatosi al 38,9%. E, come nelle elezioni del primo mandato del capo dei riformisti, il voto di Teheran è stato decisivo per la vittoria finale. I flussi di voto appaiono illuminanti in questo senso: professionisti, giovani e donne sembrerebbero aver scelto il cammino di apertura nei confronti del mondo al di là dei confini. E la topografia elettorale di Teheran conferma questo dato.
Divisa da una linea che separa i liberali dai quartieri più poveri, la capitale iraniana è stata la spia dell’andamento del voto, che ha visto prevalere la fiducia dei professionisti del nord della città sulla rabbia delle zone meridionali della metropoli. Sono le città, infatti, ad aver scelto per il Rouhani-bis. Nella notte gli exit poll davano Raisi in testa su 5 province, quelle rurali, mentre il pragmatico-riformista guidava la contesa elettorale in 13 distretti della nazione sciita.
Una percentuale dei votanti così alta era un altro dei segnali attesi da Rouhani, in quanto la grande partecipazione al voto sarebbe stata vincente per i liberali, storicamente più impegnati a scegliere che a delegare le funzioni di comando del Paese.
Non a casa il neo-presidente aveva commentato nel pomeriggio: “La partecipazione entusiasta degli iraniani rafforza la potenza e la sicurezza nazionale”. E la partecipazione è una molla su cui Rouhani aveva fatto leva per ottenere il suo secondo mandato.
Nel pomeriggio, fra i votanti, c’era stata passerella anche per la Guida Suprema del paese, l’Ayatollah Khamenei. Il capo spirituale dell’Iran aveva invitato gli oltre 50 milioni di aventi diritto a votare “in modo massiccio e il prima possibile”.