Pochissime ore dopo il trionfale arrivo all’Eliseo emerge chiaramente la linea politica che il neo-presidente francese, Emmanuel Macron, intende intraprendere per i prossimi cinque anni. La nomina del conservatore Edouard Philippe alla carica di Primo Ministro, infatti, fa comprendere immediatamente il futuro schema di alleanze e di appoggi che permetterà al governo della Francia, per la prima volta nella sua storia recente, una coabitazione mai vista prima d’ora. Chi si attendeva una scelta dirompente e di sinistra è rimasto deluso.
Macron e il suo ancora acerbo movimento, En marche!, cercherà il proprio consenso a destra, e d’altra parte era difficile immaginare il contrario: i repubblicani neogollisti, nonostante la sconfitta di Fillon, sono di gran lunga la seconda forza moderata del Paese e rappresentano, senza ombra di dubbio, una forte discontinuità con l’impopolare governo di Hollande, del quale Macron ha pure fatto parte.
Con le elezioni legislative alle porte e con il timore di una coabitazione forzata, Macron ha scelto di giocare d’anticipo, proponendo il debutto di una inedita coalizione di centrodestra che fa già piazza pulita del recente passato. Analizzando i risultati del primo turno, infatti, era praticamente impossibile che la scelta di Macron potesse ricadere sul Partito Socialista francese, praticamente azzerato dagli elettori d’Oltralpe. Non solo. Sondaggi alla mano Macron non era affatto certo di poter contare su un consenso così forte da poter controllare la futura assemblea legislativa: ecco, quindi, spiegata in termini politici la scelta del nuovo giovane presidente. Una mossa tattica che non solo permette a Macron di poter contare a breve termine sui voti moderati del fronte gollista ma, addirittura, di gettare nel caos i repubblicani, già divisi tra chi, come Juppé, vede di buon occhio il nuovo corso dell’Eliseo e chi, come Fillon, si lecca le ferite per una sconfitta arrivata a suon di scandali.
Vie per una soluzione differente non ce n’erano, e Macron in poco tempo ha già messo in cassaforte la soluzione al suo più grosso problema: i numeri per la governabilità. La Francia, grazie al suo sistema semi-presidenziale, non è certo nuova a coabitazioni bizzarre: vedremo se anche questa, del tutto nuova, che si va profilando, si dimostrerà efficace e scevra dai numerosi litigi che connotano questo tipo di forma di governo. Citofonare Chirac per ulteriori informazioni.
@simsantucci