L’ebraico come unica lingua ufficiale dello Stato d’Israele. E’ questo il contenuto della proposta di legge approvata nella giornata di domenica da un Comitato ministeriale che definisce Israele “la casa nazionale” del popolo ebraico e revoca all’arabo lo status di seconda lingua ufficiale dello Stato. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, si è schierato a favore del testo legislativo di cui egli stesso, in passato, era stato promotore. “Israele – ha dichiarato il primo ministro – è lo Stato-nazione del popolo ebraico che vive nella sua patria storica. Il provvedimento – ha continuato – definirà anche la nostra bandiera, il nostro inno e Gerusalemme come nostra capitale eterna”.
La proposta di legge – che deve ancora ottenere il via libera del Parlamento, la Knesset – ha incontrato il favore della destra di governo, mentre l’opposizione ne ha da subito evidenziato il carattere discriminatorio nei confronti di tutti i cittadini non ebrei. Per la minoranza araba, invece, “il testo è frutto della tirannia della maggioranza e rende gli arabi legalmente cittadini di seconda classe”. Contrario al provvedimento anche il presidente israeliano, Reuven Rivlin, secondo cui la proposta di legge “nuoce all’essenza stessa della Dichiarazione d’Indipendenza dello Stato d’Israele”.
La legge in discussione da anni
Della legge si discute da anni. A riproporla in settimana è stato il deputato Avi Dichter, esponente del Likud (il partito di Netanyahu) che si dice impegnato a favorirne una rapida approvazione da parte della Knesset. L’obiettivo è quello di renderla parte della legge fondamentale dello Stato d’Israele e fare in modo che il legislatore tenga sempre conto di questo principio caratterizzante nella formulazione delle nuove leggi. Per Dichter si tratta di “un passo importante per rafforzare l’identità ebraica, nella coscienza del mondo e più di tutto nella nostra mente”.
A Tel Aviv, intanto, continuano a far discutere le dichiarazioni del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che da Ankara ha rassicurato il popolo palestinese e ha confermato l’intenzione di voler lavorare con Ramallah per impedire la “giudaizzazione di Gerusalemme”. Le parole di Erdogan, riprese dall’emittente israeliana “Channel 2”, sono giunte durante un incontro tra il leader turco e il primo ministro dell’Autorità palestinese, Rami Hamdallah, in visita ufficiale a Istanbul. Il presidente turco ha anche fatto appello ai “musulmani di tutto il mondo” affinché si rechino in visita alla Moschea al Aqsa, situata sul monte del Tempio a Gerusalemme. “Come comunità musulmana – ha detto Erdogan – è nostro obbligo”.
Continua lo sciopero della fame proclamato dai prigionieri palestinesi
Sempre a Tel Aviv, non si ferma lo sciopero della fame proclamato tre settimane fa dai prigionieri palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane. Almeno a parole. Lunedì, infatti, le autorità carcerarie dello Stato ebraico hanno diffuso due filmati ripresi da una telecamera nascosta che dovrebbero provare il “tradimento” dell’esponente di spicco del partito laico di Fatah, Marwan Barghouti, al digiuno che lui stesso ha indetto. Le immagini mostrano il leader palestinese nascosto in bagno, intento a mangiare due biscotti il 27 aprile e una nota barretta proteica il 5 maggio. La moglie di Barghouti, Fadwa, sostiene che il video sia un falso, realizzato ad hoc dalle autorità carcerarie israeliane che hanno il compito di fermare lo sciopero con qualunque mezzo.
Dello stesso parere anche il legale del leader palestinese, Elias Sabbagh, secondo cui il filmato sarebbe una trappola organizzata dai secondini, in quanto Barghouti, in isolamento dall’inizio della protesta, non avrebbe potuto in alcun modo procurarsi del cibo. Le ragioni che quasi un mese fa hanno spinto 1500 detenuti palestinesi a iniziare uno sciopero della fame a oltranza sono due: il miglioramento delle condizioni di vita all’interno degli istituti detentivi d’Israele e la fine della detenzione amministrativa, misura di restrizione della libertà individuale applicata per ragioni di sicurezza senza accusa né processo e sulla base di prove riservate.
@la_sirianni