Nel grande dibattito attorno al Congresso del Pd e proprio durante i primi pronunciamenti delle assemblee locali ha destato un notevole scalpore il caso “Copertino”. Copertino è un piccolo comune del leccese dove, per motivi ancora non chiariti a livello ufficiale, i delegati sono stati decisi nientemeno che a tavolino col manuale Cencelli alla mano. A denunciare l’accaduto a Ofcs.report è Anna Inguscio, consigliera comunale del comune salentino che al nostro settimanale racconta l’episodio.
Consigliera Inguscio, questa sua denuncia ha destato l’attenzione di molti osservatori del mondo dei media. Cosa è successo? Si può parlare di congresso-farsa?
“Fino ad un certo punto il congresso si è svolto regolarmente, le mozioni sono state presentate secondo le procedure statutarie fino a mezzogiorno del 26 marzo. Poi, ad un certo punto, uscendo dalla stanza in cui si erano riuniti, due responsabili locali dichiarano all’assemblea che, essendo stato raggiunto un consenso unanime, si sarebbe deciso di dividere i voti nel seguente modo: 100 alla mozione di Renzi, 85 a quella di Emiliano e 65 a quella di Orlando. Il tutto per “non spaccare il partito” L’assemblea ha poi preso atto, con un solo voto contrario”.
E la reazione della platea?
“Molti militanti se ne sono andati, molti arrabbiati”.
All’indomani della sua denuncia a vari organi di informazione come hanno reagito i suoi colleghi di partito?
“In molti mi hanno attaccata. Ho solo ricevuto attacchi, come poi è facilmente riscontrabile su Facebook. Dicono che con queste mie dichiarazioni avrei diviso il partito”.
A livello istituzionale qualcuno si è espresso?
“Semplicemente per fatti concludenti, visto che il congresso si ripeterà sabato prossimo. La commissione di garanzia ha giustamente annullato i risultati. C’è da dire che mi aspettavo una reazione differente, almeno da parte degli organismi regionali”.
Possibile che tutta la platea fosse d’accordo?
“Affatto. Questa “spartizione” non è stata nemmeno votata”.