Non solo tasse universitarie, ingressi, riconoscimenti dei titoli di studio e i dazi doganali. L’effetto Brexit riguarderà il rapporto tra Europa e Inghilterra sotto diversi aspetti. Anche quello della farmacovigilanza e della protezione dei dati. Un aspetto questo, che potrebbe indurre le multinazionali farmaceutiche a emigrare verso i Paesi dell’Unione Europea. Al momento infatti, la Direttiva Europea 95/46/EC influenza notevolmente la legislazione britannica in materia di protezione di dati riguardanti la farmacovigilanza. Il prossimo 25 Maggio 2018 però tale legislazione verrà sostituita da una nuova regolamentazione per la protezione dei dati. La “Eu General Data Protection Regulation” (Gdpr) interesserà i 28 Paesi dell’Unione Europea. Prima della sua entrata in vigore, tutte le organizzazioni avranno due anni di tempo per adeguarsi a tale cambiamento. Ma le prospettive, per gli inglesi, sono differenti. Nel caso in cui il Regno Unito lasciasse l’Unione Europea ma rimanesse un membro della Area Economica Europea (European Economic Area-Eea) e del libero mercato in Europa (European Free Trade Association Efta) la nuova regolamentazione sulla protezione di dati verrebbe applicata anche all’Inghilterra e a tutte le organizzazioni coinvolte senza danni particolari.
Di contro, se la Gran Bretagna dovesse lasciare il libero mercato (Efta) ma non l’Area Economica Europea (Eea), la futura regolamentazione GDPR dovrebbe essere applicata alle organizzazioni inglesi che trattano dati personali di individui residenti nell’Unione, mentre se dovesse lasciare il libero mercato (Efta) e l’area economica (Eea) i tribunali britannici sarebbero completamente svincolati da quelli europei. La soluzione auspicata vedrebbe l’adozione della nuova regolamentazione da parte delle case farmaceutiche con sede in Inghilterra, principalmente per evitare il “rischio di inadeguatezza” con conseguente non inserimento nella lista dei cosiddetti “Paesi Bianchi”della Commissione Europea (Paesi i cui dati, tra cui quelli relativi alla farmacovigilanza, sono altamente protetti) con obbligo di dimostrare il possesso di un alto livello di protezione dati, creando, di fatto, un nuovo meccanismo di scambio tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea.
Per 32 anni Il Regno Unito ha protetto i dati personali. Se lasciasse completamente l’Unione, i governi dei Paesi europei sarebbero costretti a rivedere tali protezioni verso la Gran Bretagna, lasciando la sicurezza in balia degli accordi bilaterali e generando quindi eventuali disparità di regolamenti.
Le case farmaceutiche considerano la legislazione Europea per la protezione dei dati come la più efficace. Essendoci inoltre multinazionali con sedi in Inghilterra e in Europa, queste saranno chiamate ad adattarsi alla nuova regolamentazione indipendentemente dalla scelta del Regno Unito, creando non poche confusioni con aggravi di costi. E’ ragionevole attendersi, in un siffatto scenario, epocali esodi verso i Paesi membri dell’Unione Europea. Le case farmaceutiche sono attualmente impegnate verso possibili scenari futuri cercando di comprendere come gestire i dati cliente/paziente, monitorando eventuali variazioni legislative all’interno del mercato britannico.