“La protratta esposizione del corpo umano al freddo, in particolare a temperature inferiori a 28°C, porta ad un rallentamento del metabolismo di base e quindi della funzione cellulare, soprattutto per i due organi cosiddetti “nobili”: il cervello e il cuore. Sopraggiungono così alterazioni dello stato di coscienza, dalla sonnolenza fino al coma profondo, arrivando poi all’arresto cardiorespiratorio a causa dell’impossibilità delle cellule del cuore di contrarsi. Inoltre, si blocca anche il respiro, perché il cervello non “comanda” più ai polmoni di lavorare. L’ipotermia, soprattutto se di rapida insorgenza, già di per sè può provocare una pericolosa aritmia cardiaca, la fibrillazione ventricolare che, se non rapidamente trattata, porta a morte”. Lo spiega a Ofcs Report il dottore Alessandro Centonze, anestesista del Campus Bio Medico di Roma.
Esiste un modo per rallentare questo processo?
“La prima cosa da fare è chiamare il 118, sempre e in ogni caso. Utili consigli possono essere di coprire la persona con dei panni asciutti, caldi e non umidi (il calore elevato, paradossalmente peggiora la prognosi). Così come bisogna evitare la somministrazione di alcolici e di bevande eccessivamente calde, che peggiorano il circolo del sangue. Mettersi al riparo quanto prima, anche al fine di poter trattare le lesioni da congelamento (i cosiddetti geloni), evitando però bruschi cambi di temperature. Evitare di strofinarsi per generare calore, il corpo risponde già con il brivido. Ovviamente il trattamento ospedaliero è quello più indicato, che consisterà in un riscaldamento passivo e attivo, fino ai casi più gravi di ipotermia dove si può arrivare anche all’applicazione del paziente a macchine per l’ossigenazione extracorporea e sostegno del circolo sanguigno.(ECMO)”.
Che consigli potrebbe dare?
“Per provare a rallentare la morte da ipotermia, coprire la persona con dei panni asciutti, caldi e non umidi. Evitare la somministrazione di alcolici e di bevande eccessivamente calde, che peggiorano il circolo del sangue. Il consiglio fondamentale è quello della prevenzione. Oltre ad una attenta valutazione delle situazioni metereologiche a rischio prima di ogni partenza, è opportuna una corretta alimentazione ed idratazione, abbigliamento adeguato, per favorire il progressivo adattamento del corpo umano alle condizioni climatiche più rigide”.