Una petizione per salvare il Museo della Civiltà Romana, chiuso dal 2014 e ricettacolo di vandali, degrado e sporcizia. L’appello è stato sottoscritto dagli abitanti della zona e da centinaia di archeologi, studiosi, intellettuali e attori. La petizione ha raggiunto già 7.000 adesioni e intende conoscere lo stato delle cose, cominciando dalla protezione delle opere all’interno del museo e sollecitando i lavori per la riapertura del Museo della Civiltà Romana.
Il 28 gennaio, per tutta la giornata, un gruppo di cittadini si riunirà in piazza Giovanni Agnelli manifestando in favore della riapertura. Si tratta di cinquantanove sezioni con collezioni uniche, inaccessibili da tre anni, in una zona, l’Eur, invasa dai rifiuti. L’importante colonnato del museo unisce le strutture principali dell’edificio di dodicimila metri quadrati che conserva riproduzioni uniche della storia di Roma: dalle facciate a grandezza naturale dei monumenti, fino al gigantesco plastico della città dell’imperatore Costantino I, passando per la serie di calchi della Colonna Traiana. Il museo chiuse a gennaio 2014 per lavori urgenti di restauro e messa a norma. Ma gli stessi non possono ancora iniziare perché mancherebbe il progetto esecutivo. Inoltre la gara è rimasta bloccata da ricorsi e controricorsi. Solo ultimamente è avvenuta l’aggiudicazione alla Sicobe srl: il Campidoglio finanzierà circa 2 milioni di euro.
Quando il museo era aperto, riusciva ad accogliere anche 40.000 visitatori l’anno. Negli anni Cinquanta fu proprio la Fiat a sponsorizzare la costruzione del primo museo didattico della Capitale. Il progetto in realtà sarebbe dovuto partire insieme alla nascita del quartiere dell’Eur per l’Esposizione Universale del 1942. Poi la guerra interruppe i lavori fino all’arrivo di Giovanni Agnelli.
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