Gli ingaggi da capogiro di calciatori stranieri nel campionato cinese iniziano a preoccupare le autorità. La General Administration of Sport of China vuole porre un freno ai folli investimenti delle ultime settimane, stabilendo un “salary cap” sugli stipendi dei giocatori. Non solo un tetto agli stipendi, ma anche una condotta finanziaria più trasparente da parte dei club: “Le spese costosissime dei club nell’acquisto di calciatori stranieri sta minacciando gli investimenti nei settori giovanili, un rischio per lo sviluppo a lungo termine”, si legge nella dichiarazione. Le squadre di calcio cinesi hanno speso 363 milioni di dollari per le stelle del calcio all’inizio dello scorso anno, seguita dall’arrivo di un’altra legione di stranieri nel mese di dicembre, tra cui il centrocampista brasiliano Oscar e l’attaccante argentino Carlos Tevez. Il 23 dicembre, Oscar ha firmato con lo Shanghai SIPG. Un acquisto che è costato alle casse del club 63,5 milioni di dollari, superando il precedente record di 58,9 milioni pagati dal SIPG per il suo connazionale Hulk nel mese di luglio.
Lo Shanghai Greenland Shenhua, un altro club della città, ha annunciato tre giorni dopo la firma di Tevez, ex attaccante del Manchester City, in arrivo dal club argentino Boca Juniors con un ingaggio di 11 milioni per un contratto di due anni. Spese che non si fermeranno qui, con il calciomercato aperto fino al 28 febbraio. La proposta del salary cap non è un’idea nuova. Alcune leghe professionistiche, come la National Basketball Association negli Stati Uniti, hanno da tempo implementato un sistema di restrizione simile per mantenere gli investimenti di ogni club all’interno di cifre ragionevoli. Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, sarebbe difficile per il campionato cinese implementare la proposta del tetto sugli stipendi. Secondo diversi osservatori: “Il problema è che è estremamente difficile mettere un tetto in un campionato già esistente”, ha dichiarato, Mark Dreyer, fondatore del sito China Sports Insider. Soldi, soldi e ancora soldi in un paese la cui crescita sembra non avere ostacoli.
Secondo il The Guardian, un club della Chinese Super League, di cui non si conosce il nome, avrebbe offerto per la stella del Real Madrid, Cristiano Ronaldo, circa 300 milioni di dollari questa estate, con un stipendio di oltre 100 milioni di dollari all’anno. Ronaldo rifiutò e come lui tanti giocatori e allenatori di alto profilo che piuttosto che partire per la Cina nonostante gli stipendi da capogiro, hanno preferito rimanere in Europa per giocare in campionati più competitivi. “Credo che il più grande orgoglio sia competere ai massimi livelli. Posso capire quando un giocatore ha 32 o 33 anni e può avere un contratto importante in Cina e così garantirsi una bella pensione”, ha dichiarato Arsène Wenger, allenatore dell’Arsenal. “Ma oggi, per competere ai massimi livelli dei essere in Inghilterra”. Una questione spinosa che inizia a provocare i primi malumori anche nella leadership cinese. Il giornale ufficiale del Partito comunista, il Quotidiano del Popolo, ha pubblicato un editoriale la scorsa settimana in cui mette in guardia contro alcuni eccessi. Denunciando come l’80 per cento dei 4,1 miliardi di yuan (590 milioni di dollari) spesi dai 16 club nella massima divisione del paese quest’anno erano per allenatori e giocatori stranieri.