“Per la spesa di Natale diffidate dalle offerte inverosimili e dai prezzi stracciati: potrebbe trattarsi di prodotti di categoria non eccellente o dalla provenienza non verificabile. O ancora, prodotti senza marchio ma spacciati come prodotti approvati, ad esempio, dai consorzi di tutela”. Questo il consiglio della dottoressa Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto Zoooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Val D’Aosta.
Quali sono i suoi consigli per evitare truffe e frodi alimentari in prossimità del Natale?
“Le frodi alimentari preoccupano gli italiani più delle frodi finanziarie. In Italia, ogni anno tonnellate di prodotti alimentari sono sequestrati. Si stima che il business illegale superi ogni anno i 16 miliardi di euro. In primo luogo bisogna impostare un rapporto di fiducia con il commerciante e verificare con lui cosa sia meglio acquistare: bisogna essere pronti anche a modificare un po’ il menu se il banco del pesce, ad esempio, offre un prodotto migliore ma diverso da quello che avevamo inizialmente pensato di portare in tavola”.
Offerte natalizie e cibi scaduti, quale connessione?
“Tra le informazioni obbligatorie in etichetta c’è la data di scadenza e il termine minimo di conservazione. La prima è indicata come “da consumarsi entro”, la seconda con un “preferibilmente” che lascia un certo libero arbitrio al consumatore. In ogni caso, al momento dell’acquisto entrambe le date non devono essere superate né sull’etichetta devono essere visibili contraffazioni o manomissioni. Quindi, anche nel caso di un’offerta vantaggiosa dal punto di vista economico, questa regola non cambia e le date non devono essere ancora state superate. Per i prodotti sfusi o non preimballati così come nelle gastronomie, ad esempio, vale la fiducia nel commerciante e i nostri sensi: colore, sapore, aspetto. Ma bisogna sempre ricordare che su richiesta anche la gastronomia deve saperci dire quando è stata preparata, ad esempio, la lasagna esposta. E se la titolare tentenna, significa forse che sono già passati troppi giorni”.
È importante quindi leggere le etichette per accertarci della sicurezza dei cibi che consumiamo?
“Leggere l’etichetta è fondamentale e bisogna ricordare che è uno dei migliori mezzi che il consumatore ha a disposizione per tutelarsi. Su ogni etichetta devono essere riportate alcune informazioni obbligatorie tra cui ad esempio: la denominazione dell’alimento, l’elenco degli ingredienti, la quantità netta dell’alimento, la presenza di sostanze allergizzanti, il termine minimo di conservazione o la data di scadenza, le condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d’impiego, le istruzioni per l’uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell’alimento, una dichiarazione nutrizionale.
Per alcuni alimenti particolari poi, sono da indicare elementi aggiuntivi, come la provenienza, per il latte fresco pastorizzato o la zona di pesca per il pesce. Proprio per aiutare i consumatori a districarsi tra le informazioni delle etichette al banco del pesce, abbiamo predisposto una guida che si chiama “ok il pesce è giusto” e che si può scaricare gratuitamente da questo link”.
Quali indicazioni dobbiamo seguire nell’acquisto e nella scelta degli alimenti?
“Quando scelgo per me gli alimenti per le occasioni speciali come la cena della vigilia o il pranzo di Natale, prediligo prodotti locali o nazionali, freschi e in genere di piccoli produttori o di consorzi. La nostra terra offre davvero un paniere ricchissimo di tutte le tipologia di alimenti e acquistare prodotti locali fa bene all’economia e al pianeta. Inoltre, mi piace molto acquistare prodotti tutelati da marchi (Dop, Igp per esempio) o dai consorzi di tutela dei prodotti tradizionali. Questi enti di tutela, attraverso rigidi disciplinari danno un qualcosa in più ai prodotti, oltre ai criteri di sicurezza che enti come gli Istituti Zooprofilattici ogni giorno vigilano, la passione e tradizione che contraddistingue chi aderisce a questi consorzi”.
Quali sono i criteri e le normative a livello europeo a cui i Paesi produttori devono attenersi?
“Ciascun operatore per esportare in Europa deve sottostare ai rigidi criteri imposti dall’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare. Pertanto, almeno in linea teorica, un prodotto alimentare che circola sul mercato europeo, ma che è prodotto all’estero, rispetta i requisiti di sicurezza degli alimenti prodotti sul territorio degli Stati Membri. È evidente però, dai report ufficiali, che in Italia si effettuano il 40% in più di controlli rispetto ai minimi richiesti dall’autorità europea (ad esempio per i residui di farmaci e fitofarmaci circa il 30%)”.
Il pesce è l’alimento principe dei menù natalizi che compaiono sulle nostre tavole. C’è una tipologia di pesce da evitare o prediligere?
“Il pesce è proprio uno di quegli alimenti spesso oggetto di frodi commerciali. Solo per fare un esempio, lo scorso anno il nostro Istituto ha ricevuto un centinaio di campioni di specie ittiche prelevati in seguito a sospetta frode: è emerso che circa il 25% del pescato non corrisponde a quanto scritto in etichetta. Spesso le sostituzioni sono involontarie e di piccola portata; nei casi più gravi viene venduto pesce di valore notevolmente inferiore: filetti di pangasio (a volte addirittura decongelato e ricongelato, pratica non igienica) proposti come filetti di cernia, persico o dentice, oppure smeriglio al posto del palombo o, ancora, eglefino come merluzzo. Altre volte c’è l’omissione della provenienza: per esempio, cernia atlantica (meno pregiata) venduta come cernia. Non direi che ci sono pesci da evitare totalmente o pesci da prediligere sopra gli altri”.
A cura di Carla Schiavo e Veronica Poto