Onorevole Simona Vicari, oltre a essere il Sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture è una senatrice di Area Popolare e crede fortemente al ‘Si’ a questo referendum. La riforma costituzionale pone fine al bicameralismo perfetto. In Europa ci sono esempi come la Finlandia, la Danimarca, la Svezia e la Grecia dove la seconda camera, ovvero la camera alta, neanche esiste. Ed elezioni indirette del Senato avvengono già per esempio in Austria e Germania. Cosa è stato preso da questi modelli, perchè si pensa possano funzionare meglio?
“L’attuale sistema conferisce poteri identici ai due rami che compongono il Parlamento italiano, che significa ping pong dei disegni di legge tra Camera e Senato. Ogni proposta presentata al Parlamento deve essere approvata da entrambi i rami. Se per esempio dopo il voto alla Camera il testo viene modificato dal Senato, la proposta deve obbligatoriamente tornare alla Camera. C’è bisogno che entrambe le Camere si esprimano favorevolmente sullo stesso testo, identico persino nelle virgole. Si pensi a esempio alla settimana corrente in Parlamento: il cd ddl omnibus sulla sanità ha 1011 giorni di vita, ha superato la prima lettura al Senato e ora si trova in Commissione Affari sociali alla Camera; la legge annuale, e sottolineo annuale, sulla concorrenza ha 628 giorni di vita e si trova in seconda lettura in Senato”.
Da una parte la riforma sancisce il cambiamento di funzione del Senato che diventa rappresentanza delle autonomie locali. Dall’altra la modifica del titolo V riduce l’autonomia delle regioni e divide le competenze esclusive dello Stato da quelle esclusive delle regioni. Come in queste due tensioni verrà garantita una buona valutazione delle politiche pubbliche? Proprio per questa divisione delle competenze Stato/regioni, il referendum avrà un impatto sulla sanità. Cosa cambia per la salute dei cittadini se vince il Sì?
“Il testo della riforma suddivide in maniera chiara il campo di azione dello Stato e quello delle Regioni. Inoltre, con l’introduzione della “clausola di supremazia” lo Stato potrà legiferare anche per quanto riguarda le materie di esclusiva competenza regionale quando lo richiede “la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. Allo stato attuale la tutela della salute è materia concorrente Stato- Regioni che ha generato un immobilismo atavico nelle riforme. Si pensi a quanti anni ci sono voluti per l’approvazione dei nuovi LEA. Dopo la riforma lo Stato avrà la competenza in modo esclusivo sulle disposizioni generali in tema di salute e le regioni avranno in modo esclusivo la funzione organizzativa e di programmazione, senza necessità di intesa o concerto con lo Stato senza tradire però le linee generali date a livello centrale. Quindi, a titolo di esempio, lo Stato dà le linee guida per i piani diagnostici terapeutici e le Regioni li devono applicare secondo propri criteri di programmazione e organizzazione”.
Si legge nella riforma che i 100 senatori, 74 consiglieri regionali 21 sindaci e 5 di nomina presidenziale, verranno eletti con metodo proporzionale fra i componenti dei consigli regionali in conformità con le scelte degli elettori in occasione di elezioni regionali. Nessuna legge elettorale è contenuta dalla costituzione, quindi come sarà regolata l’assegnazione dei seggi al Senato nel dettaglio?
“Le modalità secondo le quali avverrà questa scelta dei senatori saranno disciplinate da una legge ordinaria. Il partito di maggioranza relativa ha già identificato la proposta il testo base per la discussione sull’elezione del nuovo Senato ( la Chiti-Fornaro) che prevede due schede alle regionali, una per il consigliere e una per il senatore, da selezionare con collegi uninominali, durante le elezioni per il consiglio regionale. Il numero dei senatori di ciascuna regione dipende dalla popolazione residente con il limite minimo di due senatori per regione”.
Il fronte del ‘No’ sostiene che la riforma aumenti i poteri del Governo. Esiste questo rischio di concentrazione di potere o si tratta di stabilità di Governo?
“Non esiste questo rischio, questa riforma tutela la democrazia. I poteri dell’esecutivo non vengono toccati. I poteri rimangono quelli che sono sia per il presidente del Consiglio che per i ministri. Sicuramente viene garantita una maggiore stabilità del governo in quanto il nuovo Senato non voterà la fiducia al Governo. Si pensi che in Italia in 70 anni si sono succeduti 63 Governi. Inoltre vi è l’introduzione di due nuovi strumenti: la clausola di supremazia e il «procedimento legislativo a data certa». Con il ricorso alla prima, lo Stato potrà legiferare anche per quanto riguarda le materie di esclusiva competenza regionale quando lo richiede “la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. Con il secondo l’esecutivo potrà chiedere alla Camera di deliberare, entro cinque giorni,che un disegno di legge indicato come «essenziale per l’attuazione del programma di governo» sia iscritto con priorità all’ordine del giorno e quindi sottoposto alla pronuncia in via definitiva della Camera stessa entro 70 giorni dalla deliberazione”.
Ultima domanda: se le chiedessi perchè è fondamentale andare a votare sì? Cosa dire ai ragazzi che devono andare a votare e questi cambiamenti influenzeranno il loro futuro?
“Votare ‘Sì’ è fondamentale perché permette al nostro Paese di cambiare e di farlo in meglio. L’Italia è bella e piena di risorse, sta a noi coltivarle e lasciare il passato alle spalle traendone solo il meglio. Votare Si vale per il futuro di ognuno di noi ma soprattutto per le nuove generazioni. Votare Si perché si accoglie l’Italia del futuro e si abbandona quella del passato”.