Se le persone sono influenzate dall’ambiente in cui vivono, i cittadini di New Delhi, al momento la metropoli più inquinata al mondo, sono in pericolo. In India l’inquinamento è una delle maggiori cause di mortalità infantile da quando il livello di insostenibilità ha superato di 16 volte il livello di sicurezza stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità. Si parla di emergenza anche se la produzione industriale, il traffico, gli scarti chimici e radiologici in una città dalla densità di popolazione altissima non sono regolamentati da anni.
Ma New Delhi non è sola. Al mondo aumentano le zone colpite da disastri ecologici. Tra queste Pechino, Lagos, Dacca, solo per citarne alcune. L’Istituto Blacksmith, un’organizzazione non governativa che ha base a New York, da anni fa ricerca su queste aree più inquinate del mondo e nell’ultimo report si parla soprattutto di città cosiddette “in via di sviluppo”, dove la contaminazione dell’industria pesante sta mettendo a rischio la salute di milioni di persone. Nella mappa interattiva sono state inserite dieci delle centinaia di città che stanno portando avanti uno sviluppo insostenibile. Il legame tra ambiente e salute è fortissimo e innegabile.
Mentre a Marrakech, in Marocco, si sta svolgendo la 22esima conferenza Onu sul clima (COP22) e i leader mondiali stanno discutendo proprio lì le prossime azioni per ridurre il riscaldamento globale, Ofcs report ha deciso di dedicare un numero speciale all’ambiente e all’approfondimento delle conseguenze e le possibili soluzioni al cambiamento climatico. L’intervista a Marica Di Pierri da Marrakech spiega da vicino cosa sta succedendo.
Sono più di 70 i capi di Stato o di Governo che prendono parte alla ventiduesima conferenza sul clima a Marrakech. C’è grande attesa per la Conferenza delle Parti che hanno ratificato l’Accordo di Parigi e contemporaneamente per i risultati della discussione del Forum della società civile, spazio autogestito dalle organizzazioni sociali che prevede la realizzazione di oltre 300 attività fino alla chiusura della COP22. Quindi al summit istituzionale dell’Onu si lega l’empowerment dei cittadini, all’apertura della seconda settimana della COP una grande manifestazione ha percorso le vie della città sotto lo slogan “Giustizia Climatica Ora”. Ed è proprio il continente che ospita la conferenza, l’Africa, una delle aree che sta rispettando di meno lo sviluppo sostenibile e nel quale c’è la necessità di mantenere l’aumento della temperatura entro un grado e mezzo per garantirne la sopravvivenza.
Nel nostro speciale sull’ambiente abbiamo cercato di toccare tutti gli aspetti del tema: le sue conseguenze sociali, che si possono leggere nel pezzo sulle migrazioni legate ai conflitti ambientali; le responsabilità politiche: perché sono poi le leggi, le decisioni, le lobbies che possono mettere mano al futuro dell’ambiente, in Italia e all’estero, dove contano moltissimo i prossimi step nei confronti dell’ambiente del neo eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Il cambiamento climatico esiste eccome. Il 4 novembre è stato ratificato l’Accordo di Parigi che limita l’aumento della temperatura globale a un massimo di due gradi centigradi. Sembra troppo poco, però, per evitare che la terra bruci e nessuno ha capito molto dei 29 articoli di questo accordo. Abbiamo allora cercato di fare chiarezza e di spiegarlo anche ai bambini, perché in fondo serve anche a noi, adulti distratti.
Il cambiamento climatico riguarda l’aria che respiriamo, il fiume lungo il quale camminare, la frutta che mangiamo in un giorno d’estate, il mare nel quale si tuffano i nostri figli. Pechino, New Delhi, Cernobyl non sono su Marte, sono inquinate come non mai e potrebbero essere la nostra città. Non è una cosa astratta e lontana, perché l’ambiente è proprio la casa in cui viviamo ogni giorno e dobbiamo fare di tutto per non distruggerla.