“Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro paese”. A pronunciare questa celebre frase, il 20 gennaio 1961, è il 35esimo presidente degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy, uno tra i più famosi e amati presidenti americani del ‘900.
Nato il 29 maggio del 1917 a Brooklin, nel Massachussetts, John Fitzgerald Kennedy è sempre stato in stretto contatto con la politica. Il padre, Joseph P. Kennedy, di origini irlandesi, era un ex ambasciatore, politico ed imprenditore. La madre, Rose Fitzgerald, era la primogenita dell’allora sindaco di Boston e membro del Congresso. Tenace e coraggioso, nel 1941, all’inizio della seconda guerra mondiale, si arruola come volontario nella Marina militare. Anche lì raggiunge ottimi risultati, diventando tenente di Vascello. Molteplici le azioni militari nell’Oceano Pacifico a cui Kennedy in prima persona partecipò.
Una volta rientrato nel suo paese, inizia da subito la sua carriera politica. Nel 1946 viene eletto deputato del Massachussets. Anche lui come il padre e il nonno milita nel Partito Democratico. Nel 1953 grazie anche alle sue idee progressiste, viene eletto al Senato. Nel frattempo anche la sua vita privata sentimentale si concretizza sposando Jacqueline Bouvier, nota a tutti poi come Jackie Kennedy, la first lady d’America diventata icona d’eccellenza per la sua innata eleganza.
Ma fra i successi del 35° Presidente americano c’è da annoverare anche un libro, dal titolo “Ritratti del Coraggio” che nel 1957 gli ha addirittura conferito il Premio Pulitzer.
Inanellando successo dopo successo, la sua vittoria alle primarie del partito, è schiacciante e Kennedy si presenta come candidato dei democratici per la corsa alla Casa Bianca. Memorabile il confronto con l’allora vicepresidente di Eisenhower, Richard Nixon. Un faccia a faccia (fu il primo dibattito presidenziale ad essere ripreso e trasmesso in tv) che segnò un’epoca. Kennedy battè Nixon senza batter ciglio, con una compostezza ed eleganza mai visti prima.
Nel 1961, a soli 43anni, è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Diventato già durante la campagna elettorale un simbolo dei diritti civili, con cui aveva impressionato molto l’opinione pubblica, Kennedy prosegue questa sua battaglia per rimuovere le cause che impedivano alle fasce di emarginati di godere appieno del diritto all’uguaglianza, alla libertà politica e al benssere.
Così facendo, però, non attirava solo i consensi negli ambienti progressisti che la pensavano e vedevano come lui, ma anche i tanti dissensi da parte dei reazionari, che si mostravano scandalizzati e contrari. Tutto questo aveva accentuato gli squilibri interni andando ad esasperare i conflitti razziali di quei tempi.
Strettissima la collaborazione con Martin Luther King, che all’epoca con il suo sogno di riscatto per i neri americani era arrivato all’apice della notorietà, anche fra i bianchi americani. Insieme daranno una svolta al Paese non solo alla lotta e alla discriminazione razziale, ma anche per la parità e i diritti delle donne. Ma Kennedy fu anche il promotore di una politica volta a favorire i viaggi spaziali, campo in cui l’Unione Sovietica era nettamente in vantaggio. Un altro successo, invece, è stato il Partial Test Ban Treaty, un trattato sulla messa al bando dei test nucleari sottomarini e nel sottosuolo, come stretta conseguenza della crisi missilistica cubana.
Il giovane presidente insieme al suo governo, si oppose in maniera ferma anche alla costruzione del Muro di Berlino. Nel giugno del 1963, mentre era in visita a Berlino Ovest, roccaforte occidentale all’interno del territorio della DDR, il giovane presidente americano tenne un discorso che era più uno sfogo, un tentativo mirato ad avvicinare il mondo sulle sorti di questa città.
E mai avrebbe potuto immaginare, preso dai suoi impegni politici, sociali e anche personali, (come non ricordare ad esempio la sua intricata liason, dai risvolti ancora oscuri con l’attrice più bella e famosa di tutti i tempi, Marylin Monrooe) quale tragico destino lo aspettasse in quel grigio giorno di novembre del 1963. Era in visita ufficiale a Dallas, insieme alla moglie Jackie, quando venne ucciso da un colpo di fucile alla testa per mano di Lee Harvey Oswald. I motivi del gesto a tutt’oggi non sono stati mai del tutto chiariti.
John Kennedy per quanto amato era di certo un personaggio scomodo per chi non perseguiva i suoi stessi ideali, politico sociali. Un paese come l’America oggi più di ieri avrebbe bisogno di un leader carismatico e attento come lui. E una cosa è certa, gli elettori che si apprestano a votare in queste ore il nuovo presidente degli Stati Uniti, fra i due attuali contendenti, Hillary Clinton e Donald Trump avrebbero preferito di gran lunga lui, John Fitzerald Kennedy. Ma sarebbe ancora più curioso e interessante sapere, chi avrebbe scelto lui, fra i due contendenti in corsa alla Casa Bianca.