Ofcs.Report continua a tenere i riflettori accesi sull’impianto sloveno attraverso gli studi compiuti da alcuni scienziati. “Krško-1” ha un primato che potrebbe farci tremare di paura nel caso di una forte scossa: è l’unica centrale nucleare europea costruita su una faglia di media-alta pericolosità. Questa settimana osserviamo da vicino le analisi indipendenti compiute in passato dagli studiosi Kurt Decker dell’Università di Vienna (consulente del ministero austriaco dell’Ambiente su temi geologici e nucleari, membro del WENRA – Associazione degli enti normativi europei nucleari), Livio Sirovich e Franco Pettenati dell’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale, Peter Suhadolc e Giovanni Costa dell’Università di Trieste. Lo scorso 11 ottobre alcuni di loro, a titolo personale, sono stati protagonisti di un’audizione alla Commissione Ambiente del Senato.
Quali sono nel dettaglio gli aspetti oggetto di controversia messi in evidenza da questi esperti? Proviamo a comprenderli assieme. Come anticipato nell‘articolo precedente , quando negli anni ’70 si svolsero i primi studi per analizzare il sito destinato alla costruzione del reattore nucleare, si utilizzarono degli standard considerati oggi superati. Gli stress test di sicurezza sismica, che indicano la resistenza degli impianti alle sollecitazioni causate dai terremoti, utilizzano un parametro conosciuto come PGA (Peak Ground Acceleration) e calcolato in g (acceleratore di gravità). Esso indica la massima accelerazione del suolo indotta da un sisma e permette il calcolo di possibili danni. Quando Krško -1 venne progettata, si scelse un PGA di 0,3 g, mentre qualche decennio più tardi si comprese che questo valore era troppo basso e andava portato a 0,6 g. Allo stesso tempo si capì che, nel sito del reattore sloveno, il valore 0,3 era stato applicato a 20 metri sottoterra e non in superficie e che il valore reale (elaborato in uno studio del 2004) era di 5,6 g. Considerando che i danni al reattore arriverebbero intorno ai PGA di 0,8 g, la garanzia di circa 0,2 g potrebbe risultare precaria. Ad ogni modo, affermano gli studiosi austro-italiani, la PGA è un parametro che, alla luce delle scoperte degli ultimi decenni, da solo risulterebbe insufficiente per valutare l’effettiva pericolosità sismica di una zona e per questo gli stress test non sarebbero convincenti.
Abbiamo chiesto al dottor Livio Sirovich un parere sulle prospettive legate al reattore di Krško.
Un terremoto come quello che in questi giorni sta stravolgendo il centro Italia, con punte di 6,5 della scala Richter, quali conseguenze potrebbe avere su Krško-1?
“Non è possibile rispondere esaurientemente. Occorrerebbe eseguire stress test veri, ossia eseguire ricalcoli accurati del comportamento di tutte le componenti della centrale sotto stress sismico adeguatamente riprodotto (spettri in frequenza e serie temporali rappresentative in accelerazione, velocità e spostamento, scalati in ampiezza per le magnitudo possibili nell’area)”.
Il ministero dell’Ambiente austriaco ha posto grande attenzione ai vostri studi. Ma chi potrebbe in Europa avere un ruolo super partes?
“Non sono un esperto né di normative né di sedi competenti (lo è invece il nostro collega Decker). Ensre è – credo – l’istanza tecnica europea più alta titolata ad esprimersi su problemi di sicurezza delle centrali, e l’Italia dovrebbe far presente il problema, meglio se assieme all’Austria. Anche qui, ripeto la nostra posizione in Senato: “In tale sede (Ensre, ndr), l’Italia è rappresentata dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che ha il compito di veicolare anche le eventuali osservazioni dei cosiddetti portatori di interessi o di competenze (stake holders). I due scriventi italiani (P.S. e L.S.) hanno per altro verificato che il Servizio nucleare del Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale dell’Ispra non era interessato ad acquisire i dati e le osservazioni, che potevano venire forniti”.
Il governo sloveno ha recentemente posticipato il termine di vita della centrale al 2043. Secondo lei andrebbe chiusa il prima possibile?
“Come detto in Senato, il governo sloveno del 1994 aveva programmato di chiuderla. Poi venne deciso di portarla al 2013, al 2024 e recentemente al 2043. Mi sembra che l’idea slovena del 1994 fosse buona”.