La sclerosi multipla è una malattia neurologica che colpisce il sistema nervoso centrale. Ogni anno sono sempre di più le persone colpite. Si tratta di una patologia che ha diverse forme e diverse gravità, in alcuni casi porta all’invalidità. Ma cosa succede al corpo quando si ammala di SM?
Questa malattia si classifica in quelle demielinizzanti, ossia con la progressiva distruzione della mielina che è la guaina che riveste le fibre nervose. Da 20 anni a questa parte la ricerca ha fatto passi da gigante. Anche se esistono molti farmaci, nessuno porta alla guarigione, perché dalla sclerosi multipla non si guarisce. L’effetto immediato è quello di far stare meglio il paziente tenendo, per quanto possibile, sotto controllo la patologia. Importante in tutte le malattie, ma in particolare in questa, l’impatto sullo stile di vita e nel decorso della malattia.
A tal proposito Ofcs.report ha partecipato al convegno ‘Impatto dello stile di vita sul decorso della sclerosi multipla’ presso il Consiglio regionale del Lazio organizzato dal professore Carlo Pozzilli, medico responsabile del dipartimento di sclerosi multipla all’ospedale Sant’Andrea di Roma. Durante l’incontro sono stati molti gli argomenti affrontati: il ruolo della vitamina D e di una dieta bilanciata, il perché il fumo è nocivo anche nella SM, la contraccezione e quali sono i vantaggi e quali no, l’importanza dell’attività fisica, lo stress quale fattore di rischio delle ricadute, come affrontare lo stress e i video giochi come approccio riabilitativo nella malattia.
La sclerosi multipla si può definire la malattia dei giovani, visto che colpisce in maggioranza dai 20 ai 40 anni. La medicina va veloce e cerca soluzioni per rendere più normale possibile la vita di chi si ammala. Durante il convegno si è parlato molto dell’importanza dell’attività fisica, mirata e seguita da un esperto, per la riabilitazione. Nel caso di persone già fortemente invalidate si tratta di veri e propri cicli riabilitativi che hanno portato in passato a grandi recuperi, non sempre totali, ma positivi. Insieme all’attività fisica l’alimentazione è fondamentale. Una dieta ben fatta con un’integrazione di vitamina D protegge la mielina e potrebbe aiutare nel rallentamento del decorso della malattia.